Archivio | 5 gennaio 2012

Micotossine nel latte di formula e negli omogeneizzati alla carne

Un’alta percentuale di latti formulati e di omogeneizzati di carne, commercializzati in Italia, potrebbe essere contaminata da micotossine, un gruppo di sostanze potenzialmente tossiche e cancerogene, come recepito dalle numerose leggi che ne proibiscono la presenza negli alimenti. E potenzialmente più pericolose se presenti in alimenti per lattanti, dato che questi non hanno una dieta variata come i bambini più grandi e gli adulti, ma spesso vengono alimentati solo o principalmente con latte formulato e omogeneizzati.

La scoperta è di un gruppo di ricercatori dell’Università di Pisa ed è stata pubblicata dalla prestigiosa rivista USA Journal of Pediatrics (1). Gli autori dell’articolo hanno analizzato 185 campioni di latte formulato, sia in polvere sia liquido e pronto all’uso, di 14 marche trovati in vari punti vendita nel 2007 e 2008. I latti erano in maggioranza di tipo 1, quelli raccomandati per i primi 6 mesi, ma c’erano anche dei latti per neonati prematuri. Hanno analizzato anche 44 campioni di omogeneizzati di carne, di solito raccomandati dai 4 mesi di età, di 7 marche, tutti commercializzati nel 2008. Le carni usate erano di manzo, vitello, pollo, tacchino, coniglio, maiale, cavallo e agnello. L’analisi consisteva nel cercare la presenza di diversi tipi di zearalenone, una micotossina non steroidea prodotta da batteri spesso presenti in diversi cereali, usati appunto negli allevamenti di vari animali, comprese le mucche da latte, ingrediente base per la preparazione delle formule per lattanti. Cos’hanno trovato?

Diversi tipi di zearalenone erano presenti tra il 9% e il 28% dei latti 1, ma anche in uno dei campioni di latte per neonati pretermine, senza differenze significative tra le varie marche. Le micotossine erano presenti anche nel 27% dei campioni di omogeneizzati alla carne, anche in questo caso senza differenze significative tra marche. Gli autori hanno anche stimato le quantità medie di micotossine che un lattante ingerirebbe per kg di peso, se fosse alimentato solamente con latte di formula. Questo valore supererebbe gli 0.5 microgrammi per kg di peso al giorno che è il limite di sicurezza raccomandato dalle più importanti agenzie di controllo internazionali. E per i bambini questo rappresenta un considerevole rischio, data la loro velocità di crescita e sviluppo, il metabolismo elevato, e l’immaturità dei loro sistemi di depurazione e di molti organi e tessuti, sistema nervoso centrale in primo luogo.

“Le micotossine trovate negli alimenti per l’infanzia – precisano in un comunicato congiunto ACP – AICPAM – BABYCONSUMERS – IBFAN ITALIA – IL MELOGRANO – MAMI – provengono evidentemente dalle carni degli animali usati dall’industria per la preparazione di questi prodotti. Più precisamente dalle granaglie usate per l’alimentazione di questi animali, spesso non controllate rigorosamente, o addizionate di sostanze proibite. Il dato mette in seri dubbi la tanto decantata maggior sicurezza di questi prodotti rispetto agli alimenti di preparazione casalinga, pubblicizzata dalle ditte produttrici. Grazie al marketing, il pubblico in generale ha una percezione degli alimenti industriali per bambini (compresi i latti artificiali) come di cibi molto sicuri e controllati, mentre evidentemente non è così. Gli autori della ricerca raccomandano a ragione controlli più rigorosi. Noi chiediamo quindi che tutti gli ingredienti che rientrano nei latti formulati e nei cibi destinati all’infanzia vengano maggiormente controllati per la loro qualità e sicurezza, e che le ditte si impegnino a rispettare il Codice Internazionale al 100%, per la tutela della salute dei bambini e la protezione dell’allattamento.”

Comunicato stampa congiunto sottoscritto da:
IBFAN Italia – www.ibfanitalia.org
ACP (Associazione Culturale Pediatri) – www.acp.it
AICPAM (Associazione Italiana Consulenti Professionali in Allattamento Materno) – www.aicpam.org
Baby Consumers – www.babyconsumers.it
Il Melograno – Centri Informazione Maternità e Nascita – www.melograno.org 
MAMI (Movimento allattamento materno italiano) – www.mami.org

Riferimenti:
(1) Meucci V, Soldani G, Razzuoli E, Maggese G, Massart F. Mycoestrogen pollution of Italian infant food. Journal of Pediatrics 2011;159:278-83 – Clicca qui per scaricare la pubblicazione (file .pdf)

Articolo tratto dal sito:

http://www.babyconsumers.it/2011/07/23/micotossine-nel-latte-di-formula-e-negli-omogeneizzati-alla-carne/

Sto allattando a richiesta ma inizio ad essere stanca. Come posso allattare più comodamente?

Una premessa importante riguarda il grande bisogno di contatto che manifestano i neonati: non è solo legato la bisogno di poppare, tanto è vero che i bambini che utilizzano il ciuccio o che vengono alimentati artificialmente spesso richiedono di essere presi in braccio con la stessa frequenza degli altri. I bambini possono chiedere di stare in braccio/ciucciare per mille motivi. Questa consapevolezza dei biosgni fisiologici di un neonato aiuta spesso a tollerare la stanchezza. IN ogni caso, per rendere le poppate più rilassanti, è molto importante che sperimentare diverse posizioni, in modo da trovare quelle più comode e piacevoli. Molte mamme trovano tre posizioni “alternative” particolarmente utili:

Da sdraiata a letto

Da semisdraiata con il bimbo sdraiato sul tuo corpo in senso verticale
Con la fascia
Da sdraiata a letto

Questa posizione risulta per molte mamme di fondamentale importanza di notte perché consente, una volta avviata la poppata, di abbandonarsi al sonno in tutta sicurezza e senza la preoccupazione di dover spostare il piccolo una volta che ci si è riaddormentati. Imparare ad allattare da sdraiate può essere molto  utile anche di giorno, ogni volta che si sente l’esigenza di fare un pisolino o anche solo per rilassarsi un po’.

Da semisdraiata con il bimbo sdraiato sul corpo della mamma in senso verticale

Questa posizione è particolarmente rilassante perché la forza di gravità regge il bambino senza che la mamma debba sforzare le sue braccia. In questa posizione le mani sono libere e possono essere usate per accarezzare il bambino o sorreggere una rivista o una tazza ;-). Avere le mani libere è molto utile anche nel caso in cui la mamma abbia bisogno, durante le poppate, di usare tecniche specifiche, come massaggi al seno, compressione o nel caso in cui ci si debba tirare il latte dall’altro seno mentre il bambino è attaccato.

Con la fascia

Allattare con la fascia permette di risparmiare tantissimo tempo. Mentre si allatta in questo modo si hanno le mani libere, dunque si possono fare le faccende di casa (con la fascia lunga 5 metri legata adeguatamente ci si può anche sporgere molto in avanti in tutta sicurezza), si può passeggiare, fare la spesa, giocare con i fratellini più piccoli, addormentare il bambino. Il tutto tra l’altro è anche molto discreto – se questa è una esigenza della mamma – perché, allargando il tessuto, si può coprire perfettamente la visuale. Per imparare ad allattare con la fascia occorre prendere un po’ di pratica con questo strumento, ma le donne che l’hanno usata la considerano uno strumento indispensabile. Se hai difficoltà puoi anche cercare anche fra i tantissimi filmati su you tube. La cosa più efficace è sicuramente cercare la Consulente più vicina per sapere se lei o qualche mamma della zona possono insegnarti ad usarla correttamente durante un incontro.

Oltre a queste tre posizioni ne esistono tantissime altre: a rugby, scivolata, di transizione… La descrizione dettagliata e le foto di queste posizioni, definite  posizioni classiche, più le indicazioni per un corretto attacco del bambino al seno, si trovano qui. Puoi personalizzare ognuna di queste posizioni a seconda delle tue esigenze aggiungendo cuscini.  Sperimenta liberamente, l’importante è che tu verifichi sempre la presenza di queste condizioni generali, importanti non solo per la vostra comodità ma anche per favorire un attacco corretto.

·         Non indossare vestiti che ostacolino un allattamento comodo

·         La mamma deve sentirsi ben sostenuta in modo da mantenere con facilità la posizione. Possono essere utili cuscini grandi e piccoli, asciugamani o coperte da posizionare dietro la schiena, sotto le ginocchia o sotto le braccia, sgabelli e tavolini per i piedi… Ci si può trovare comodi su una sedia con schienale dritto e braccioli, su una sedia a dondolo, su una sdraio, su una poltrona… Combinando in maniera diversa questi oggetti si può ottenere una posizione molto dritta o molto adagiata all’indietro a seconda delle preferenze individuali

·         Il bambino deve essere alto e ben accostato al petto

·         Portare il bambino al seno e non viceversa

·         Il bambino deve avere il corpo rivolto verso quello della mamma, pancia contro pancia, inclinato quel tanto che basta per permettere il contatto visivo

·         Il bambino può essere in asse, con orecchio, spalla e fianco in linea, ma anche completamente sdraiato sul corpo della mamma parallelo ad essa, se la mamma è in posizione semisdraiata

·         La mamma può tenere il sederino o la coscia con il palmo della mano all’insù, senza spingere. Se hai bisogno di accostare il bambino puoi spingere sulla schiena, tra le spalle

·         IMPORTANTE: è meglio preparare un tavolino con acqua, asciugamani, riviste, in modo da non doversi alzare durante la poppata o – peggio – patire la sete!

 Valentina Safadi

Articolo tratto da:

http://www.lllitalia.org/index.php?option=com_content&task=view&id=292&Itemid=26